Capelli al vento rigorosamente lunghissimi e con schiariture del sole o artificiali (non ha importanza), pelle ambrata, occhiali a specchio, frange in ogni dove, sugli abiti lunghissimi in pizzo macramè, sui gilet scamosciati o sulle borse. Sandali bassi o alla schiava portati ai piedi di gambe lunghissime e perfettamente tonificate che in alternativa agli abiti alla caviglia sfoggiano micro shorts in denim slavato e rigorosamente strappati. E poi bandane o cappelli a falda larga e cascate di bijoux in stile etnico. Ecco le California girls pronte ad affrontare uno dei festival della musica più atteso della stagione : il Coachella, per la
Questa volta non sgomiterete sorridendo di fronte a questo look. Niente abbinamenti insoliti o colori sgargianti. Niente fiori nei capelli. Quasi mi sento nuda. Ma ci sono dei giorni in cui ho bisogno di semplicità. Non è uno status ma solo uno dei tanti ruoli che mi piace interpretare. La normalità che sa di trasgressione proprio perché non è abitudine.
Ciao a tutte !!! In occasione del mio compleanno la mia mamma adottiva Sandra ( quella vera e’ Elisabetta Armellin!) mi ha regalato un bellissimo weekend a Punta Ala ! Ovviamente mamma e babbo non erano presenti, impegnati a lavorare come sempre. Quindi vi dovrete accontentare di foto scattate con l’iphone… non quelle speciali che solitamente fanno loro !!!! Speriamo che babbo Giorgio mi perdoni. L’accoglienza in hotel e’ stata strepitosa e dopo un viaggio breve ma ricco di cose ci voleva proprio …. La camera un sogno anche perché sulla parete accanto al letto c’era lui… Uhhhhhhhhh. Sarebbe piaciuto anche
Non è poi che mi piaccia guardarmi indietro abbandonandomi alla nostalgia. Ma qualche volta mi viene da chiedermi dove siano finite quelle bellissime abitudini di una vita che al momento mi sembrano appartenenti ad un’epoca lontanissima. Insomma ma dove son finiti i pic nic ??????? E voi direte ma come? E i pranzi al sacco, i dejeunere sur l’herbe ( come lo chiamano i francesi), gli eleganti pic nic rigorosamente in white style, ma non ti piacciono? Si certo! Ma quando parlo di picnic penso a quando partivamo con le macchine “scoperchiate” e chi non poteva, metteva almeno il braccio
Non c’è nulla da fare. Ci sono quei looks che quando li indossi sei te stessa fino in fondo. Non stai interpretando un ruolo ma è l’abito ad interpretare la tua vera natura. Sì … perché se vivessi in una favola non potrei che essere un cappellaio matto che orgogliosamente mostra la stranezza con la sua colorata vivacità, consapevole che la vera follia risieda nella noiosa normalità e nell’affrontare la nostra unica vita senza un pizzico di leggerezza.
Più di un vestito per andare al lavoro mi servirebbe un camice come quello dei dottori! Riesco a sporcarmi a scuola quasi come se andassi a lavorare in aperta in campagna o in un cucina di un ristorante. Mi scrivo sulle mani, sugli abiti, mi sporco con il gesso; mi rotolo sulla lavagna quando spiego. Come i bambini praticamente! Così quello che indosso per andare a scuola deve essere oltre che confortevole anche ben lavabile. Procede la mia rubrica Dressing for Work con un abbinamento dai toni polverosi e dai capi stratificati. Un pantalone bluette morbidissimo e caldo di B.yu, un tocco
Sono tanti anni ormai che vivo a Lucca ma devo dire che ancora non mi sono abituata a quella bella sensazione che provo nei giorni assolati, mentre passeggio senza meta tra i vicoli del centro. La sensazione di sentirmi una turista nella città in cui abito.Il sabato a pranzo per noi è sacro. A meno che non piova, (ultimamente un po’ troppo spesso purtroppo), all’uscita di scuola, ci piace fermarci in città e camminare senza un meta precisa; l’unica tappa abituale è il veloce pranzo alla Bottega delCaffè dove, oltre a un ottimo caffè, è possibile trovare centrifughe e muffins
La scorsa settimana, nel mio giorno libero, ho fatto una fuga a Milano. Difficile per me andare alle presentazioni o ai Press Days. Diciamo raro. Il lavoro in primis, la famiglia, la distanza che comunque impone anche una spesa consistente negli spostamenti, spesso mi costringono a rifiutare. Quindi, nel momento in cui io e la Cri abbiamo imboccato l’autostrada con il suo Maggiolino, mi sono sentita un po’ come Thelma e Louise. La pioggia incessante, la spia accesa che minacciosamente ci ha guardato dal cruscotto tutto il viaggio, ( ma che sarà? ) e il finestrino che neanche si apre per pagare
L’ultimo post del 2011 è stato… ” A Woman like a Zarina ” in cui indossavo un bellissimo colbacco blu che mi era stato regalato per Natale. Così ho pensato che mi sarebbe piaciuto chiudere questo nuovo anno con un post che avesse la stessa ispirazione … come a rimarcare una ciclicità che mi appartiene. Un anno vissuto intensamente, in cui ho lottato e gioito, in cui ho pianto e riso moltissimo. Un anno di sforzi, di rinunce, di cambiamenti, di soddisfazioni e di emozioni. Un anno di nuovi incontri, in alcuni casi, privi del calore di un contatto, ma
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