Mentre scrivo, mancano davvero poche ore al rientro. Eh già. Il rientro. Già carico di emozione a cose normali. Denso di aspettative e di curiosità. Noi prof siamo una razza strana; ci lasciamo a metà luglio, stanchi, innervositi. Basta con i progetti, il Pcto, le commissioni, il tutoraggio, i coordinamenti. Solo lezione in classe! E poi il primo settembre, come comuni quaquaraquà, ci ritroviamo, carichi come molle, tra scartoffie e sogni a progettare la crescita dei nostri studenti. Tante domande, ma in tasca tutte le risposte. Quest’anno è diverso. Quest’anno mi sento impreparata, come un mio studente dopo tre mesi
[emergenza coronavirus: didattica a distanza] Appena iniziata la quarta settimana di chiusura delle scuole e della didattica a distanza. Terza settimana di video lezioni. Stamani quando ho chiuso l’ultimo collegamento, salutato il mio collega del sostegno che mi “accompagna” in compresenza in tutte le mie lezioni, con gli ultimi scambi di battute, gli ultimi accordi ( messo tu le presenze? mando io gli appunti di oggi? Ok allora ci vediamo domani mattina ) ho pensato a quanto, nonostante tutto, siamo inclini al cambiamento. Quanto siamo rimodellabili per dirlo con un termine tanto già inflazionato. Sono bastati pochi giorni a modificare tutte le nostre
Domenica scorsa è stata davvero una bella giornata! Una di quelle domeniche in cui ogni cosa sembra incastrarsi perfettamente nella successiva, come in un piccolo e facile puzzle! E quindi ti viene da stare con il fiato sospeso… in attesa dell’inghippo… che inverosibilmente non arriva!!! Temperatura molto bassa, ma sole spendente e cielo terso. Ne approfittiamo per una passeggiata da turisti nella vicina Firenze. Prima di uscire, riesco a rassettare casa, stirare un’intera pila di panni arretrati e rispondere ad alcune mail! Incredibile. Decidiamo di prendere il treno che impiega un’ora e venti (!!!) da Lucca a Firenze … ma
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