Che il moderno invecchi e il vecchio torni sempre di moda non si riduca a un semplice aforisma dallo schema chiastico l’ho capito dal mio primo cambio armadio autogestito in piena età adolescenziale, quando consideravo una buona idea disfarmi di tutti i jeans a zampa per fare spazio ai nuovi modelli a sigaretta, ma non una pessima indossare una cintura alta con fibbia laterale sopra a una maglia di due taglie più grande. Almeno quest’anno non potremo più dare la colpa all’immaturità giovanile, perchè la lancetta tornerà indietro di più di un secolo, raggiungendo le verdi distese raccontate da Laura
Come vestirsi chic a 40 gradi. Addio a shorts e magliette. Sarà che non possiedo lo stesso entusiasmo misto a estro poetico della pubblicità del cornetto Sammontana, ma a me l’estate non ha mai convinto fino in fondo. Forse per via delle peregrinazioni desolate da una stanza all’altra alla ricerca della combinazione esatta di finestre aperte per godermi un accenno di brezza; o forse per i capelli raccolti alla bell’e meglio per sfuggire a una sauna localizzata non richiesta. O ancora, il che credo sia la causa prima, per la nausea da cemento cittadino tale da invogliarmi a prender parte alle faide
Non è forse l’attesa dell’estate essa stessa l’estate? Dopo lunghi mesi di preparazione fisica e psicologica in cui le tentazioni, come il salvaschermo del pc aziendale a tema Caraibi o l’uscita dei tormentoni del momento, si sono mostrate più difficili da evitare di una pasticceria durante la dieta, è arrivata l’ora di sostituire la biancheria intima con un numero di costumi da bagno superiore ai giorni di mare disponibili. Si potrebbe scrivere un libro sulle ragioni che spingono alla loro collezione compulsiva e smisurata, alcune motivate dall’assioma nuovo è sempre meglio, altre dall’amnesia fulminante che ci porta a credere ogni
Che fretta c’era, maledetta primavera? Non serve l’opinione di Giuliacci per capire che la stagione lunatica per eccellenza ha deciso di prendersi un anno sabbatico, diventando all’improvviso il periodo dell’inalatore sette giorni su sette, del gioco guardie e ladri con insetti volanti di varia natura e dello “spostati che cacci caldo” più forte di qualsiasi sentimento d’affetto. Primavera di nome, ma non di fatto, in cui quella che dovrebbe essere l’escursione termica tra notte e giorno è la temperatura stabile. Insomma, ho aspettato tutto l’inverno per indossare nuovamente il chiodo di pelle, come sarebbe a dire che ci sono 30
Io sono una grande entusiasta. Mi incuriosisco, mi appassiono. Ma in amore ho tempi lunghi. Insomma non sono una da colpo di fulmine, ho bisogno di tempo per sentirmi davvero coinvolta. Anche perché i miei amori, una volta sbocciati, poi sono infiniti. In casi rari hanno una fine. E questo mi succede con le persone, con le abitudini e anche con gli oggetti. Ho conosciuto il marchio Queriot in un momento perfetto. Ero nella fase “pochi accessori ma buoni”. Un bell’orologio, un paio di occhiali di qualità e così via. Quella tipica situazione in cui less is more ma il
Per il mondo della moda, l’arrivo della stagione primaverile si traduce in due certezze intramontabili, capaci di mettere d’accordo tanto gli addetti ai lavori quanto certi -inverosimili- esperti del fashion system che, annualmente, fanno sfoggio del loro invito al mitologico party di Cristian Vogue. Pur non essendo, per così dire, rivoluzione, floreale e trench coat continuano infatti a spadroneggiare sulle grandi passerelle e i marciapiedi delle città con la stessa eleganza di quando hanno cominciato a dettare tendenza. Ma, se le temperature glaciali degli ultimi giorni fanno pensare a tutt’altro che a boccioli sul punto di germogliare, il classico
Ho la testa voltata indietro e una voglia matta di passato. Non fraintendetemi non sono stata colpita da un nostalgico attacco di giovinezza. Io nei miei anni ci sto bene e anche dentro tutte le mie me stesse. E’ l’esterno che si sta distaccando dai miei desideri. E ci provo a stare al passo. Giuro. Ma la bandierina continua a spostarsi e poi finisce che mi trovo a chiedermi se questa corsa abbia un senso. O se il premio finale sia finto come le nostre vite parallele sui Social. Sì, lo ammetto. Ho una voglia matta di passato, di tavolate tutti insieme, tirate
Photo credit IG @belenhostalet Ho sempre pensato a settembre come al mese delle seconde occasioni: rifugio delle opportunità perdute, appello straordinario per provare a realizzare quei propositi eternamente rinviati a data da destinarsi. Il periodo del domani comincio la dieta come mantra collettivo, degli abbonamenti semestrali in palestra -predestinati all’abbandono in uno scomparto remoto del portafogli- e dei viaggiatori rimandati a settembre che, a differenza degli studenti, hanno più di un motivo per essere felici. E io, tirando le somme di un’estate meno vissuta di quanto mi sarei augurata, ho sicuramente più di un motivo per invidiarli nel mese in cui
Trend estate 2017 : siamo ancora in tempo per avventurarci nel caliente México Sono sempre stata affascinata dalla ricerca di uno stile che non sentissi solo adatto a me, alle mie forme e al mio temperamento, ma che riuscisse a calzarmi addosso quasi come una seconda pelle, tanto da diventare un tratto distintivo e inscindibile dalla mia persona. Ho provato a essere una minimalista radicale, di quelle con candide camicie in serie e una collezione di pantaloni sartoriali nell’armadio, finchè mi sono accorta che la mia vita stava cominciando a trasformarsi in un film in bianco e nero -seppur con dettagli grigio antracite
Mi ricordo quando l’aspettavo per 8 mesi. Fantasticando di futuri viaggi, incontri divertenti, bagni nell’acqua limpida e falò sulla spiaggia. Serate tirate all’alba, canzoni a squarciagola e il vento sui capelli. Ricordo quando l’estate iniziava l’ultimo giorno di scuola o dopo l’ultimo appello estivo e ogni minuto poteva durare anche dieci minuti o un’ora o un giorno intero. Il tempo andava lento. Forse perché non ci pensavi neanche. Forse perché te lo godevi tutto. Adesso l’aspetto ancora. Con lo stesso entusiasmo adolescenziale. Amo profondamente l’estate, anche il caldo torrido che ti avvolge e ti toglie il fiato come un phon gigantesco.
Mules e sabot: ciabatte eleganti per sentirsi come a casa, fuori casa È da un po’ di tempo che mi esercito a condurre quella che, per me, è diventata ormai una sorta di challenge o, per meglio dire, un duello a singolar tenzone tra l’indecisione di resistere a ciò che non mi convince totalmente e il coraggio di portare avanti il dubbioso acquisto senza remore. «Questa piccola parte della mia vita si può chiamare» investire a buon rendere e, nonostante La ricerca della felicità mi abbia ripetutamente insegnato che «se hai un sogno, tu lo devi proteggere», credo di non
Tendenze estate 2017: Kimono, rivisitato all’occidentali’s. Vediamo come indossarlo. Una delle cose che ho imparato nella vita, la mia in particolare , contraddittoria quasi quanto quel detto motivazionale che dalle mie parti recita ‘Sta minga lì coi dinc in buca’ (trad. Non stare lì con i denti in bocca), è che di certezze ne esistono ben poche e spesso corrispondono ai dati ordinatamente riportati sulla nostra carta di identità. Così, quando in uno dei soliti pomeriggi da stessa storia, stesso posto, stesso bar mi è stato chiesto se avessi per caso origini orientali, sono rimasta così stranita da riuscire a impersonarmi più nei
Mi porti a Menton, mi porti a Menton, mi porti a Menton? Una sorta di nenia, sistematica e scadenzata all’inizio di ogni estate. Alla fine Giorgio ha ceduto. Ti porto a Menton per 24 ore. Meglio che nulla, ho pensato. Ci sono quei posti che si insinuano nel tuo immaginario, costringendoti a pensare che forse in qualche vita passata tu possa essere stata altro, magari un sasso o forse un pesce o un uccello, in un altro luogo dal quale ti senti profondamente e misteriosamente attratta. Questa sensazione me la regalano, da sempre, New York e il sud della Francia. Menton è
L’altro giorno ho perso il controllo. Sul lavoro. Nei giorni seguenti ho avuto i crampi allo stomaco e mi sono accorta di quanto la sensazione di perdere il controllo fosse più fastidiosa e deprimente del motivo per cui l’avevo persa. So bene di avere un grosso difetto: la sindrome della perfettina Un difetto con cui combatto da anni e che, puntuale come l’influenza stagionale, si ripresenta sistematicamente. Una mia collega oggi mi ha toccato nel profondo quando mi ha sussurrato per rincuorarmi: non puoi aiutarle tutte. Devi sapere accettare i tuoi limiti. E’ stato un dejavù che mi ha riportato
Le persone hanno perso il desiderio e il coraggio di sognare. In realtà non credo che sia esattamente così. Sognare è vitale: una vita senza sogni sarebbe vuota, monotona. Sognare in fondo è anche facile e noi italiani siamo per natura un popolo di sognatori. Quello che talvolta risulta sbagliato credo che siano i luoghi in cui ci ritroviamo a cercare i nostri sogni, fantasiosi e irraggiungibili. Magari in realtà virtuali o nelle vite di altri. Ricordo di avere letto una frase molto bella in un libro di D’Avenia: una vita di sogni impossibili è come un giardino di fiori finti
Oggi ho avuto una lezione. Da una mia alunna. Ho imparato che la strada del fuggire in alcuni rari casi è migliore di quella del cercare. E non lo avrei mai pensato. Proprio io, che se mi si presenta un problema, devo trovare un modo di risolverlo. Immediatamente e razionalmente. Può capitare invece che l’unica alternativa valida che ci venga offerta sia fuggire. Fuggire dal passato, da un ricordo. Fuggire da una morsa che ti leva il fiato. Fuggire dal senso di impotenza. Una fuga cieca, disperata, necessaria. Come una corsa all’impazzata, fino ad nuovo punto di partenza. Un nuovo nido, in
Pale Dagwood e Pink Yarrow: nuova tendenza della Primavera- Estate 2017 . Tutti i consigli su come indossare il rosa. «Io credo nel rosa.» L’inno di Audrey Hepburn risale tuttora alla memoria come un’antica verità dai bordi ben delineati, professione di fede per coloro che ancora confidano nella felicità spontanea, svincolata da ogni pretesa di eccezionalità. Una preghiera semplice per chi, più che nei colori, crede nei significati a cui poterli ricondurre e nelle similitudini da custodire e continuare ad arricchire con il tempo. Quando questo diventa chiaro, anche le tonalità meno apprezzate si caricano di un valore nuovo e insolito che
TENDENZE PRIMAVERA 2017 Bomber: And yes I said yes I will yes! Dacché ho acquisito la facoltà di decidere qualità ed entità del mio guardaroba in assoluta autonomia –sebbene sulla seconda avrei dovuto regolamentare i miei eccessi– ho sempre avuto una naturale inclinazione per quello stile un po’sfrontato e dall’inconfondibile profumo di indipendenza che sono solita nascondere dietro una tenuta più inflessibile di quella di Barney Stinson: per il momento niente completi, ma vanto ugualmente una lunga fila di camicie bianche nell’armadio. Neppure io saprei spiegare il motivo: forse il timore di sentirmi fuori luogo, di non avere il carattere
Ormai credo che sia per tutti un lontano ricordo l’utilizzo esclusivo delle sneakers per andare in palestra o abbinate ad una bella tuta coordinata per i nostri picnic fuori porta. In realtà mi viene da sorridere perché io quegli anni li ho vissuti davvero. Intendo quelli delle scampagnate a San Rossore con tanto di tavolino, borsa frigo, stereo e plaid . Ricordo anche le tute in acetato, rigorosamente abbinate alle scarpe da ginnastica. Perché così le chiamavamo. Ne hanno fatta di strada le sneakers, promosse ad accessorio cool da indossare con look non sportivi, dalla mattina alla sera, compreso l’orario aperitivo. In
Dai tempi dei tempi, il total look denim, che prevede due o più capi di jeans accostati tra loro, è una di quegli abbinamenti che riesce a fare accapponare la pelle alle precisine dello stile, tipo il blu e il nero, o il rosso e il fucsia. Suscita orticaria e pensieri disdicevoli. Ma regole davvero rigide nelle moda non ci sono e comunque ciò che un anno può essere un divieto, l’anno successivo magari diventa un autentico trend. A me in fondo è sempre piaciuto; nelle ultime due stagioni devo dire però che mi sono sentita anche piuttosto spalleggiata
Quelle che ci fregano sono le le emozioni istantanee, destinate a svanire nell’attimo in cui sono vissute. Anzi quello che ci frega è la ricerca delle emozioni istantanee, se poi non lasciano traccia è poco importante, se poi non si ricordano pazienza. Quello che conta è il coinvolgimento, meglio se è il coinvolgimento degli altri. Misurabile, eccome se lo è. E lì tutti a controllare, gongolare, contare con il pallottoliere in mano. Peccato che qualche volta ci si dimentichi di godere. Peccato che ci si dimentichi di farci caso. Alla felicità. a presto. Un bacio Sa. DETTAGLI OUTFIT Tubino a
Staccarsi da Stoccolma è stato un trauma. Ci sarebbe stato ancora così tanto da scoprire. Ma il nostro road trip entrava nel vivo, direzione Nord della Svezia! Ritirata l’auto, noleggiata preventivamente online, strippati all’interno con un razionalissimo tetris studiato a tavolino dai ragazzi, i nostri millemila bagagli, (non siamo tipe da zaino in spalla ahimè, vero Irene? ), abbiamo lasciato alle spalle la capitale svedese. Seconda tappa: Sigtuna, distante in realtà soltanto 40 km a nord-ovest da Stoccolma. Diario di Viaggio #2: Sigtuna: dove il silenzio è vitale Impensabile non inserirla in itinerario, dal momento che è il centro urbano più antico della Svezia
Stoccolma è stata la prima tappa del nostro Road Trip attraverso la Svezia fino al Nord, precisamente al confine con la Norvegia, in un viaggio durato 12 giorni. Non è esattamente come me l’ero immaginata. Stoccolma intendo, (una città fredda). Macchè. In realtà lo è solo per la temperatura a cui dubito riuscirei ad abituarmi. D’estate sembra di essere in autunno, l’autunno è il nostro inverno, in inverno le temperature scendono così tanto che probabilmente, freddolosa come sono, non riuscirei a mettere il naso fuori casa. Ma forse è vero che a tutto ci si fa l’abitudine. Considerando che a
Quale può essere il senso se ogni cosa avrà una fine? Quale può essere il suo valore? Si dice che ogni nuova vita abbia bisogno del suo tempo per nascere e crescere. Ma ogni cosa che ostacola il cammino di crescita, provoca ritardi che prima o poi vanno recuperati. Il tempo scorre a prescindere dalla nostra consapevolezza, ma non scorre invano. Mai. Eppure il suo fluire diventa parte sostanziale delle nostre ansie. La percezione che ne ricaviamo determina il nostro modo di agire. Il nostro modo di rapportarci nei confronti di ciò che ci circonda è influenzato dalla certezza che la
Quando mi sono vista su Chic&Unchic – Vanity Fair.it con l’appellativo di Gondoliera un pochino male ci sono rimasta. Tipo trenta secondi dai. Poi mi sono fatta una bella risata. In realtà il mio look avrebbe dovuto ispirarsi allo stile parigino. E mi ci ero messa di impegno partendo dal capo base, simbolo assoluto di questo stile, la maglia a righe ( la classica mariniére ). Ma in fondo non tutto è come sembra. O perlomeno non a tutti sembra la stessa cosa. E poi l’appellativo Gondoliera lo trovo tutt’altro che dispregiativo: ci sono gondoliere e gondoliere, sappiatelo. Insomma non è da
Le Cinque terre: cosa vedere in un weekend. Consigli pratici su dove alloggiare e mangiare. Quando l’estate ci colpisce in pieno ma il periodo delle ferie è ancora lontano, fuggire anche solo per un weekend è più che un palliativo, in alcuni casi può essere risolutivo. In fondo dico sempre che non è indispensabile macinare tanti chilometri e affrontare luoghi selvaggi per soddisfare il nostro risvegliato senso di avventura o di curiosità. Basta andare incontro al nuovo con lo sguardo giusto, dosando sensibilità e voglia di conoscere, catturando ogni dettaglio. Quindi in occasione del compleanno di Giorgio, ho deciso di fargli un
Curiose, solari, aperte e accoglienti, poi sensuali, maliziose, energiche, divertenti, sfacciate, ma anche materne, semplici e accomodanti. Noi donne non ci stiamo proprio ad essere definite con un unico aggettivo. Pertanto credo che mancasse giusto un tassellino a questo viaggio stilistico nelle nostre mille sfaccettature: la gioia che ci danno le piccole cose, quelle più semplici e raggiungibili. Nel terzo look per Negozi Pellizzari ho cercato di raccontare la quotidianità attraverso un abbinamento chic, minimal ed estremamente confortevole. Un look adatto per una giornata al mare con la propria famiglia o un weekend fuori con il fidanzato. Perfetto per una passeggiata di
Ieri vi ho mostrato il primo look scelto all’interno di uno dei punti vendita Negozi Pellizzari. Quello dedicato ai colori della natura. Vi ho parlato della mia idea di un lungo viaggio in cui ognuna di noi possa mostrarsi per quella che è nelle sue molteplici sfaccettature. E se nella tappa verso un posto esotico si riesce ad esternare una personale caratteristica di accoglienza,rilassatezza e curiosità verso ciò che ci circonda, tutto ciò non riesce a completarci. C’è tanto altro ancora. Mi è sempre piaciuto ballare. Pensate che quando avevo 14 anni, il mio babbo mi portava la sera in una balera
Sabato 28 maggio sono stata invitata da Negozi Pellizzari nel mega store all’interno del grande centro commerciale a Roma Lunghezza sulla via Collatina, vicino all’uscita Roma Est. Ora le indicazioni perfette sull’esatta locazione del negozio sono d’obbligo perché giuro essere le stesse che ho dato alla taxista della stazione di Roma Termini, chiudendo lo sportello. E la sua faccia terrorizzata non è stata davvero molto tranquillizzante. Si è portata le mani nei capelli, ha chiamato nell’ordine tre volte una collega e due volte il marito, si è fermata a chiedere informazioni a un tipo, esattamente sulla curva di una circonvallazione; ci ha chiesto poi di
Anche quando ci sentiamo liberi dentro, liberi davvero non lo siamo mai. Intrappolati in abitudini, circostanze, pregiudizi, convenzioni. Difficile non tenere conto dei nostri retaggi e vissuti quando ci troviamo di fronte a un bivio. Altro che sliding doors viene da pensare, mentre osserviamo una delle due porte fermamente ancorata al terreno. Libero arbitrio? … macché. Non ci illudiamo. Però qualche volta la luce ci acceca e le nostri emozioni vengono allo scoperto, come se tutto a un tratto rimanessimo nudi. E l’unico rammarico è quello di essersi trovati intrappolati in cose non vissute, in momenti in cui non siamo stati
Se devi amare ama forte. Perché non c’è più spazio per il silenzio, quello cercato, praticato, voluto. Non c’è più spazio per tacere, per riflettere, pensare, soppesare, elaborare. Bisogna agire, subito, magari anche sbagliare. Ma agire. E poi mostrare, condividere, richiamare l’attenzione. Urlare o declamare. Giudicare e poi osservare. Bisogna farsi notare. C’è caos là fuori che quasi non ti sento. Si corre, avanti e indietro. Si riparte da capo, senza pause. C’è così tanto rumore inutile. Se devi amare ama forte. Che altrimenti non ti sento. A presto Un bacio. Sa ♥♥♥ DETAILS Outfit Gonna : Imperial Felpa :
Non ho paura del tempo che passa. Sono gli attimi a farmi paura. Perché un secondo sembra niente. Ma niente non è . Basta un attimo per dirsi: non ti amo più. Per un colpo di pistola. Per voltare le spalle. Dura un attimo il suono del telefono quando arriva una brutta notizia. E’ un momento troppo piccolo? E’ il momento che viviamo. Forse l’unica realtà, felice o doloroso può essere eterno. Forse vale la pena starci dentro, sopra, pienamente, intensamente. Anche perché un attimo è anche il momento di un bacio, quello in cui diciamo di sì, in cui
Pat Pat. Quella pacca sulla spalla mi sveglia dal mio sogno ad occhi a aperti. In realtà dice Giorgio che non mi rinvengo e che devo essere lasciata sola il meno possibile. Solitamente rispondo che è colpa dei numeri nella mia testa che si scontrano con i pensieri e fanno corto circuito. Ma sono giorni che mi immagino tele – trasportata in un’epoca in cui ci si guardi ancora negli occhi, in cui il sorriso non sia frettoloso e il contatto negli abbracci prolungato. Ho voglia di passato e di sensazioni calorose reali e genuine. Di rapporti belli, veri e di
Se ci hai provato va bene. Però devi averlo fatto davvero. Provato almeno una volta a perdonarti. Una seconda occasione non ricapiterà…E chi lo dice? I treni passano e continuano a passare, basta essere lì all’orario giusto. E non importa se lo prenderai a corsa, se avrei il fiatone mentre crollerai esausto e soddisfatto sul sedile. Sarai sopra. E la valigia che porti con te, ti ricorderà quello che sei stato ma sarà pronta ad essere riempita di nuovi sogni. L’importate è averci provato. A rompere le regole. Quello regole in cui non ti riconosci. Quelle regole dettate dalla consuetudine che ti
Sono pigra, pigrissima, nelle azioni, forse meno nelle emozioni e nelle decisioni. Sono capace di girare mezz’ora intera ( ??? ) per trovare il parcheggio più vicino e camminare pertanto il meno possibile. Non c’è un giorno che non sogni di vivere nell”epoca futura del teletrasporto. Non c’è un giorno in cui mi immagini come una signorotta benestante a bordo di una carrozza. Quando sono costretta a muovermi come qualunque essere umano, ovvero camminando in posizione eretta, conto i passi. E i minuti. Telefono, penso o mi guardo intorno. Mi che fuori è quasi primavera. Dentro un po’ meno. Nel senso che
Quelle mattine che ti alzi e pensi che neanche l’ intervento di un professionista del make up ti rimetterebbe in sesto. Questa cosa del cielo che sembra novembre e del caldo afoso che sembra di stare in Cambogia. Ci si aspetta efficacia. ci si aspetta energia. Dai noi donne intendo. La prendo, la accarezzo, la indosso. Questa gonna in bourette di seta è bellissima. E si muove mentre cammino. Ondeggia. Ondeggio con lei. Le vampate di caldo non aiutano però. Sarà la menopausa in arrivo? No vabbè forse è ancora un po’ presto. Avessi preso almeno un ventaglio. Datemi
Costumi Triumph – Moda mare Estate 2015 San Tommaso e la valutazione alla sopravvivenza Non è che io sia proprio come San Tommaso che non ci crede se non ci ficca al naso, ma quasi. Insomma devo provare. Non credo che una vera amicizia si possa valutare nel momento in cui il nostro sguardo si incrocia con l’altro e porgendoci reciprocamente la mano, diciamo: piacere. E ogni volta che scorrendo le trame dei film, Giorgio tenta di scegliere cosa valga la pena guardare e cosa no, discutiamo sempre. Insomma il film va visto, non è il titolo o la trama condensata nella
Come vestirsi in vacanza??? Stiamo scherzando? A parte che le vacanze sono quasi finite e poi in vacanza ci si veste un po’ come ci pare. Le ferie sono il momento in cui nessuno può davvero imporci un dress code. In cui la nostra vera personalità si fa avanti spavalda e ognuno sente di potere essere finalmente se stesso. Che poi io mi senta sempre me stessa e rispetti poco i dress code, questa è una questione personale. Quando vado veramente in vacanza, (non che faccio finta e poi in realtà lavoro), mi piace essere super comoda. Solo scarpe basse,
Eccomi tornata. Avrei dovuto riprendere ieri, lo so. Ma il bello di scrivere nel proprio spazio è che in fondo non devo timbrare il cartellino e i pensieri hanno i loro tempi. Filosofie del menga a parte diciamocelo in faccia, quando decidi di rallentare, non è immediato ritrovare la spinta giusta per ripartire. Poi succede che mi arriva un messaggio privato da una ragazza che mi legge da anni e che ormai è diventata una cara amica: ” E’ dal 14 agosto che non pubblichi niente?. E’ la prima volta. E’ tutto ok? “ Mi serviva una scossa per riprendermi da questo
Adoro i fuori programma, soprattutto in vacanza. Quando gli orari possono anche non essere rispettati. Quando nessuno ti aspetta la sera e si può decidere di restare o di andare. O di cambiare il percorso. La Camargue nel nostro tour non era prevista. Troviamo un B&B in zona Arles e decidiamo di buttarci sulla costa fino a raggiungere Saintes Maries De La Mer sulla punta più estrema per visitare quel paesino che sembra uscito dalla penna di un disegnatore. Casine bianche, viuzze strette, ristorantini tipici e spiagge bianchissime, mosse da un vento non fastidioso ma permanente. Se osservi bene, puoi scorgere
Gole del Verdon, Valensole e Abbazia di Senanque … a due passi dalla felicità. Ultimo giorno in Provenza, prima di dirigersi in Camargue. La lavanda in realtà poi l’abbiamo trovata e lo sfizio di una foto tra i cespugli viola ( sbiadito ) in fondo ormai soddisfatto. Ma la tentazione di fare un passaggio per il bellissimo Plateau de Valensole era intensa. Qualunque guida della zona sottolinea infatti l’importanza di attraversare l’altopiano di Valensole, dove è risaputo esserci la massima concentrazione di campi coltivati a lavanda di tutta la Provenza. La strada dritta è pressoché deserta, il sole cocente, intorno a noi
Le Ocre di Roussillon in Provenza. Da non perdere… se vuoi un po’ perderti. La Provenza è la terra dei contrasti. E’ la terra del cielo blu e della lavanda in fiore, dei villaggi assolati e arroccati con le loro persiane scrostate nei colori pastello. La provenza è la terra dei verdi declinati in tutte le loro sfumature, nelle vigne, negli ulivi, nei cipressi o nelle grandi querce. Ma quando si arriva a Roussillon, tutto a un tratto si viene avvolti da un abbraccio dorato e caldo. I colori della terra, rosso, giallo, porpora, arancio sono tutti lì, in una tavolozza di tonalità accese e
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