Non so se a voi succede lo stesso, ma quando leggo un giornale, una rivista cartacea mi viene da scorrerla al contrario, dall’ultima alla prima pagina. Mi sono chiesta tante volte cosa possa significare, forse semplicemente una fissa legata al mio onnipresente desiderio di non perdermi nulla. E’ più forte di me. Se potessi lo farei anche con i film. Forse è solo segno di una curiosità smisurata. La mia Fashion Week comincia al contrario, dall’ultimo giorno. Il lunedì. Il giorno che non sarebbe dovuto esistere, il giorno dell’imprevedibilità.
“L’ho trovata!!!! ” ho urlato scendendo dalla soffitta con una grossa scatola un po’ polverosa, piena zeppa di colorate canottiere da basket che appartengono a Giorgio e con le quali ha giocato per anni (circa 17/18 anni fa). Insomma dei preziosi pezzi … quasi vintage!
Più passa il tempo più mi convinco che non sono adatta a questo periodo storico. O forse… semplicemente… più invecchio più rimbecillisco. Ma di questi tempi niente mi si cuce addosso. Sogno abiti di altre epoche, musiche, atmosfere e passioni lontane. Più sono irrequieta più devo sperimentare. Sento il bisogno di vestire un ruolo che mi faccia provare l’emozione di sentirmi diversa. Fiori e gonna a corolla. E Audrey Hepburn che sorride con i suoi occhiali a specchio. Mi torna il buon umore. Vorrei soltanto poter saltare. Ma non ho più l’età. Così salto dentro di me.
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