Quando penso non produco. Penso e basta. E poi leggo e osservo e vado in piscina. In un mese ho fatto due post outfit sul blog. Una mia cara amica dice … ma di che hai parlato allora in questo mese? Un mio caro amico dice: … ma il tuo è ancora un blog di moda? In effetti si fa per ridere ma la riflessione viene a galla. Quanto ancora ho voglia di apparire? Poi ieri mentre sgambettavo in piscina al corso domenicale di acqua gym ( di domenica??? giuro che è vero!!! ) una bella signora sorridente si è avvicinata e
Quando dico che mi piace metterci la faccia, lo faccio sul serio. E forse qualcuno sorriderà non capendo il senso di volersi spingere così tanto. Ma se è vero che il mio rapporto con la moda e il fashion è solo un gioco, non è possibile sedersi sul divano quando si ha un’occasione per giocare, sperimentare e divertirsi con la propria immagine. E questo è permesso a qualunque età. Ed è legale. Tommaso Paolicchi è un bravissimo make-up artist che utilizza colori e materiali per creare trucchi insoliti e delineare personaggi di fantasia quasi ultraterreni. Ieri vi ho raccontato del nostro incontro e della sfida
“Chi sono? Ditemi prima chi sono: se mi piacerà di esser quella che voi dite, verrò su. Altrimenti resterò quaggiù ad aspettare di essere diventata un’altra…” (Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, 1862) Amo le immagini; sono una visiva a tutti gli effetti. Ma quanto sono belle però le immagini che riusciamo a delineare solo con la nostra mente. Un po’ come succedeva quando da piccoli ci raccontavano le fiabe. E io di fiabe da piccola ne ho ascoltate tante … e anche da grande.
Quando mi prende voglia di gelato non mi basta mangiare una coppetta con due palline gusto frutta. Non mi ci metto neanche. Quando penso che è l’ora di mettersi a stirare il cesto degli abiti piegati questo deve essere alto non meno di mezzo metro. Se devo decidere tra due paia di scarpe le prendo entrambe. Quando in classe mi butto in una delle mie spiegazioni uso fino all’ultimo secondo libero dell’ora. Fino a quando qualcuno non mi fa notare che la docente del cambio ora è già fuori impaziente. Quando inizio un libro devo finirlo. E se mi piace una canzone
Bonjour! Come potrei non amare le righe, protagoniste dei guardaroba più briosi e divertenti. Ricche di personalità, donano un tocco ironico anche anche agli outfits più minimal. Orizzontali o verticali funzionano quasi sempre e possono rendere un look chic, elegante o allegro, secondo gli abbinamenti scelti. E non venitemi a dire che le righe ingrassano perché con me non attacca… pregiudizi davvero troppo deboli. E poi semmai le righe verticali slanciano no? Probabilmente la versione optical può sembrare un po’ più difficile, ma l’abbinamento con il total black è senza dubbio molto ben portabile. La camicia aperta poi, indossata quasi come
Con il mento sulla mano Se ne stava sconsolata Una strega sotto a un ramo Triste sola e abbandonata. Da giorni, infatti, il suo cuore Lacrimava di dolore: Il suo bello se ne era andato E lei per sempre aveva lasciato.
Voglio una nuova felicità. Una felicità semplice, presente e relazionale. Niente a che abbia a che fare con il semplice soddisfare una lista di desideri, di bisogni che sembrano diventare i nostri unici sogni quotidiani. Le nostre cose da fare, in realtà da avere … e il raggiungimento di ognuna di esse ci proietta un po’ più in là, ma non ci fa sentire meglio. I nostri armadi si riempiono, le nostre case si riempiono, le nostre vite si riempiono. E una volta stracolme non ci resta che cominciare a svuotarle e poi iniziare di nuovo. Ci si dimentica di
Se mi dovesse capitare di sposarmi… anzi di risposarmi, credo che vorrei un matrimonio colorato con amici e parenti vestiti nei colori più brillanti; niente nero, blu scuro, grigio e rosa cipria. Niente tonalità crema, beige, tortora e verde salvia. Tantissimi palloncini e millemila… lucine da sagra. Vorrei un matrimonio a tema e il dress code dovrebbe essere: interpreta te stesso!
Che succede se splende il sole e se hai la possibilità di indossare la nuovissima camicia a scacchi di Nara Camicie? Che mi fa uno sfogo che non vi dico! Adoro questo marchio che conosco dagli anni ’80, dalla loro nascita, un brand così familiare che sembra di casa, così femminile e chic che è sempre piaciuto anche alla mia mamma. “Perché non ti compri una bella camicina di Nara Camicie…?” e me lo chiedeva quando diciottenne ero nella fase della ribellione e me ne andavo in giro con poncho, gonnelloni e occhialini alla John Lennon e le camicie erano
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