Libera di aprire un blog per poterci scrivere quello che voglio e dopo tre anni essere in grado di continuare a farlo. Senza limiti, senza costrizioni. Anche una riga soltanto o un pippone di 800 caratteri. Libera di mostrarmi alla mia età con i miei sorrisi ma anche con le mie rughe, le mie gambette non più filiformi ma soprattutto con i miei pensieri. Libera di essere donna in quasi tutti i modi si possa esserlo. Almeno in tutti quelli che la natura mi ha permesso. Libera di amare senza paura e senza pregiudizi. Omologata o diversa, ma sempre libera
I dettagli fanno la differenza. Sa di ovvietà. Ma ciò non significa soltanto che riescono a completare un look, ma piuttosto che attirano l’attenzione sul particolare che intendiamo comunicare, traducono un gusto, un sentimento, un messaggio, un modo di essere. Con l’abbigliamento infatti riusciamo bene a esprimere il nostro linguaggio di comunicazione; i dettagli però forniscono gli accenti, le sottolineature, le ripetizioni. Uno stesso abito, accessoriato in modo diverso, racconta della persona molto più di tante parole. Quindi so bene che con un look come questo, senza tempo, tra l’etnico e il romantico, sarò davvero un libro aperto.
Ma buongiorno!!!!! Eccoci di nuovo con una nuova proposta di Dressing for work, scattata qualche giorno fa dopo la scuola, tra uno schizzo d’acqua e l’altro. Caldo e confortevole, illuminato da accessori colorati. Forse troppi, nel senso che riguardandolo meglio, i collant sarebbero stati meglio neri. Anche perché le calze colorate tendono ad ingrossare un po’ la gamba. E i polpacci si lamentano….
Più di un vestito per andare al lavoro mi servirebbe un camice come quello dei dottori! Riesco a sporcarmi a scuola quasi come se andassi a lavorare in aperta in campagna o in un cucina di un ristorante. Mi scrivo sulle mani, sugli abiti, mi sporco con il gesso; mi rotolo sulla lavagna quando spiego. Come i bambini praticamente! Così quello che indosso per andare a scuola deve essere oltre che confortevole anche ben lavabile. Procede la mia rubrica Dressing for Work con un abbinamento dai toni polverosi e dai capi stratificati. Un pantalone bluette morbidissimo e caldo di B.yu, un tocco
Quando mi hanno chiesto di provare la nuova City Car della Opel e scrivere una recensione sincera su di essa, ho sorriso. Anzi mi sono sbellicata dal ridere. E con me anche i miei più cari amici, che ben sanno che io e i motori viviamo su mondi distanti e paralleli. Precisiamo, prima che qualche maschietto in lettura, faccia le solite battute sulle donne e la guida. Io so guidare! E anche bene! Ho la patente sin da quando ho compiuto 18 anni e tre mesi! Che pensate?! Semplicemente…sono prudente. La velocità mi destabilizza. Ma non è mica un difetto,
Decima puntata di Let’s Go to the Beach! Il set che vi propongo oggi è quello che indosserò stasera per andare a vedere le stelle cadenti. Sì lo so che la notte di San Lorenzo era ieri…ma pensate quanti desideri aleggiavano ieri notte nell’aria. Così abbiamo pensato che forse, aspettando un giorno, ce ne sarebbe stata qualcuna in più per noi… insomma come le partenze intelligenti, no? Falò in spiaggia, grigliata, un po’ di musica e sacco a pelo. Giorgio dice che intorno alle due notte lo implorerò di riportarmi a casa per l’umido. Poi vi saprò dire… Devo ancora
Buongiorno ! Un post lampo con il mio abituale set domenicale per la rubrica Let’s Go to the Beach, come sempre grossolonamente steso sulla coperta del letto e fotografato con l’iphone, ( che per fare questi post mi tocca prepararli la sera tardi o la mattina presto che se me li vede Giorgio: “foto più decenti, no? ” ). Ma tanto ci capiamo. E questo vuole essere anche un modo molto spontaneo di mostrarvi abbinamenti realmente indossati. Quindi procediamo.. rapidi rapidi!
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