Anche quando ci sentiamo liberi dentro, liberi davvero non lo siamo mai. Intrappolati in abitudini, circostanze, pregiudizi, convenzioni. Difficile non tenere conto dei nostri retaggi e vissuti quando ci troviamo di fronte a un bivio. Altro che sliding doors viene da pensare, mentre osserviamo una delle due porte fermamente ancorata al terreno. Libero arbitrio? … macché. Non ci illudiamo. Però qualche volta la luce ci acceca e le nostri emozioni vengono allo scoperto, come se tutto a un tratto rimanessimo nudi. E l’unico rammarico è quello di essersi trovati intrappolati in cose non vissute, in momenti in cui non siamo stati
Piove. Sono in ritardo come sempre. E come sempre quando sono in ritardo il passaggio a livello è chiuso. Ovvio. Ho dimenticato l’agenda a casa e questa cosa mi mette ansia. Non ricordo. In questo periodo ho difficoltà a tenere a mente le cose: devo scrivere tutto. Ho foglietti scritti disseminati in ogni angolo. Giorgio insiste a farmi usare l ‘iphone per segnarmi note e appuntamenti. Uomo tecnologico lui. Ci credo è del ’78! Arrivo a scuola trafelata. Inizio la lezione e nel giro di due ore 5 ragazze bussano alla porta. Le mie aule sembrano un porto di mare. Devo imparare
Piacersi è una questione di autostima. Leggo su Glamour un articolo in cui si parla dell’importanza di sentirsi belle e degli accorgimenti, delle micro attenzioni che possono regalarci un’aurea positiva in grado di contagiare e coinvolgere chi ci sta vicino e migliorare la nostra sicurezza. Lo leggo tutto, parola per parola. Insomma io ci credo parecchio. E lo dico da anni. Non è importante la realtà oggettiva ma la percezione di essa che si riesce a comunicare. Prima a noi stesse e poi agli altri. Belle parole. Tanta fatica. Quando qualcuno mi fa un complimento gongolo parecchio e apertamente, come
Non lo so perché sono stata sempre affascinata dalle geishe, simbolo della cultura di un paese, il Giappone, così lontano da noi e dalle nostre tradizioni. Forse perché ho sempre letto in loro una grande eleganza e una grande cultura unite a una sorta di spirito di dedizione e determinazione sconosciuti a mio avviso alla donna occidentale. Un mix bellissimo di sensualità e mistero, di spontaneità e arguzia. E’ anche vero che nell’immaginario comune la geisha ha spesso richiamato l’idea di una prostituta, associazione del tutto inesatta e legata soltanto al fatto che durante l’occupazione americana in Giappone alcune geishe si
In viaggio alla ricerca dei campi di lavanda in fiore. Chi la dura la vince. Sono tornata, dopo una vacanza desiderata da tempo, programmata da mesi, nella bellissima Provenza e dintorni. Una fuga di 5 giorni con Giorgio e due cari amici per soddisfare il sogno dei sogni, scattare foto romantiche tra le piante fluttuanti della lavanda, con abiti lunghi e trasparenti, cappelli di paglia, sguardi languidi. Per motivi lavorativi la partenza prevista per i primi di luglio è slittata al 23. Ragazzi ma la lavanda ci sarà ancora vero? Ma certo!!!! Se non la troveremo nella Provenza del Sud
Forse è arrivato il momento di spiegarvi cosa sono queste felicità trascurabili che man mano sto elencando sui social e sulla pagina dedicata. Una dopo l’altra come le noccioline salate all’ora dell’aperitivo che se inizi non riesci a smettere più. Diciamo che costituiscono una sorta di tentativo di mettermi alla prova sull’ happiness mood, per aggiungere concretezza alla tanto sbandierata ricerca personale della leggerezza. Qualche tempo fa mi sono imbattuta nel libricino di Francesco Piccolo. Ero in viaggio, ferma in una stazione. Chissà perché i libri che mi hanno segnato li ho sempre comprati lontano da casa. Momenti di trascurabile
Ci sono delle parole che ti scivolano addosso altre che ti colpiscono e rimangono nella tua testa, cominciando a ronzare dapprima silenziosamente, poi con un sibilo sempre più insistente quasi fastidioso, per arrivare a farsi notare. Qualche giorno fa una mia collega in relazione a una situazione che stiamo vivendo a scuola, molto difficile da affrontare in modo razionale, mi disse 4 parole : non siamo dei fast food. Viviamo nell’epoca in cui tutto è rapido, anzi rapidissimo, immediato, in cui tutto sembra risolvibile. In un mondo che ci risucchia in un turbinio cose da fare e da fare subito. In
Incontro la designer Giulia Rositani a Milano in una giornata piovosa e devo ammettere che sono anche un po’ emozionata dal momento che la seguo quasi fin dai suoi esordi. Ho indossato spesso le sue splendide e colorate creazioni ma non avevo ancora avuto la possibilità di associare ad esse un volto. Arriva trafelata, quasi si scusa per il lieve ritardo ( tipo 5 minuti), non sa ancora che io ho dovuto forzare la mia natura per arrivare in tempo. Ha uno sguardo intenso, lineamenti delicati, un atteggiamento composto, riservato, la ragazza della porta accanto praticamente. Ci sediamo e mi comincia
Queste foto le ho scattate a Milano per sbaglio. Insomma indossavo l’adorato e allegrissimo cappotto di Giulia Rositani e le ironiche sneakers di Cartina Limited Edition & Smilingichic. Tardo pomeriggio. Giorgio aveva appena finito di scattare giusto giusto quelle 800 foto di streetsyle giornaliere. Gli vado incontro dopo la sfilata di Ferragamo, mi sorride e mi fa : scattiamo il look? Ma non c’è luce, sono quasi le 18.00 e siamo cotti. Ma qui è perfetto. Perfetto per cosa???? E l’immagine di me tra dieci anni che mi metto in posa per un outfit mi fa piegare in due da
Non mi basta mai. Il colore intendo. E così indosso una splendida giacca a fiori e formichine di Giulia Rositani. Un capolavoro, un tripudio di colori che ci mette un secondo a donarti il buon umore; ed è calda e comoda e ha una linea japan fighissima! E non vorresti davvero toglierla mai. Se devo scegliere tra un abbinamento per lei con un rassicurante black o un bluette acceso, scelgo il secondo. Se devo scegliere tra una stringata argento e un mocassino nero, non ho dubbi. E lascio a casa le stringhe. E poi a farmi compagnia la mia Nolita
Scusate le spalle. Ho voglia di ruzzare. Oggi sono allegra. Allegra parecchio. E’ lunedì, tra cinque giorni esatti mi sposo e tra una settimana voleremo lontani per qualche tempo. Oggi sono allegra e vorrei urlarlo al mondo perché l’allegria può essere contagiosa forse più della tristezza, basterebbe che provassimo a diffonderla. Pronto Ciao. Perché mi hai chiamato? Per dirti che sono felice. Che sto bene e che mi viene da piangere dalla contentezza. Che la ruota gira e che bisogna sapere aspettare.
Rientrata da pochissimo da Milano. Questi tre giorni di Fashion Week sono volati e si sono rivelati una parentesi piacevole vissuta anche con un po’ di leggerezza in relazione a un presente che ci vede impegnati in progetti personali abbastanza importanti ♥. Ogni volta mi porto dietro qualcosa …..E questa volta non potrò dimenticare la delicatezza delle libellule di Mauro Gasperi, l’ironia pulp di Giorgia Fiore, la collezione da ‘collezione’ di Laura Biagiotti, i grafismi tecnici delle calzature di Vic Matie’, i colori sorbetto delle spettacolari Candies di Azzurra Gronchi e la cura dei dettagli delle bellissime shopping bag V73 di Elisabetta Armellin. E
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