Oggi ho avuto una lezione. Da una mia alunna. Ho imparato che la strada del fuggire in alcuni rari casi è migliore di quella del cercare. E non lo avrei mai pensato. Proprio io, che se mi si presenta un problema, devo trovare un modo di risolverlo. Immediatamente e razionalmente.
Può capitare invece che l’unica alternativa valida che ci venga offerta sia fuggire. Fuggire dal passato, da un ricordo. Fuggire da una morsa che ti leva il fiato. Fuggire dal senso di impotenza. Una fuga cieca, disperata, necessaria. Come una corsa all’impazzata, fino ad nuovo punto di partenza. Un nuovo nido, in cui l’assenza di emozioni forti sia essa stessa emozione e non ci siano copioni da seguire, destini scritti o strade già battute. Una pagina bianca da cui ripartire, passo dopo passo.
Perché essere liberi davvero è riuscire ad assumere il proprio vissuto, se pur doloroso, come un dono e farsene carico, ma avere l’opportunità di sogni e speranze tutti nuovi.
Se è vero che non siamo padroni della nostra vita del tutto, sicuramente lo siamo delle nostre scelte. E qualche volta sopravvivere equivale a scegliere di correre lontano. Alla ricerca di amore.
E non guardarsi indietro, mai più.
Un bacio.
A presto. Sa
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Giubbotto di Jeans: Constance C
Foto di Giorgio Leone
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