E’ quasi una settimana che non riesco a scrivere. E il mio quadernino è pieno di nuovi spunti. Ma sono bloccata dall’ansia. E so bene perché.
Dopo l’articolo Noi madri senza figli che ha letto anche la giornalaia dietro casa, ho paura che chiunque mi incontri al supermercato, per la strada o ferma un semaforo, possa guardarmi negli occhi, vedendomi attraverso. Insomma l’idea di mettersi a nudo è sempre una buona idea, certo, però poi sei nuda e di questo ne devi prendere atto.
E l’asciugamano con cui tenti di coprirti le tette serve a poco ormai, soprattutto se chi ti guarda porta con sé l’immagine di me con le gambe per aria.
Stamani mi sono svegliata con la soluzione. Serve un articolo cuscinetto.
Insomma non posso scrivere un articolo strappalacrime e il giorno dopo parlarvi di calze a rete. Sembrerei schizofrenica.
E come quando torni dalle vacanze e ti serve un giorno di decompressione prima di tornare al lavoro. Giusto per riprenderti e fare due lavatrici.
Allora facciamole queste due lavatrici.
Come ho scritto a qualcuno di voi e sui social, tutto ok, ero pronta a parlarne; è vero però che questo dolore mi è tornato indietro come un boomerang, attraverso le centinaia di storie meravigliose ma dolorose che mi avete raccontato. Sto ancora rispondendo a messaggi ed email e vorrei avere giornate di 60 ore per poterlo fare più lentamente e sentirmi più vicina a ciascuna/ ciascuno di voi.
Attraverso i vostri sfoghi e stralci di vissuto vero ( non quello che si racconta su FB ), ho avuto la conferma di quanto sia vero che non ci sono distinzioni, ogni percorso necessita di rispetto, ogni storia necessita di risorse e coraggio: madri senza mariti, madri che non si sentono buone madri, donne che non vogliono figli, donne che si sentono in colpa perché non li vogliono, madri senza figli …padri senza figli.
Certo perché ci sono anche i padri. E il silenzio degli uomini me lo ha ricordato, un silenzio decisamente rispettoso del nostro dolore. Leggendo i racconti di alcuni di loro mi sono sentita in difetto, per non avere sottolineato che molto spesso loro soffrono il doppio, per noi e per loro stessi.
Ora è il momento di metterci un punto. Si fa per dire ovviamente.
Le parole dette non si possono cancellare. E le nuove relazioni create in una meravigliosa enorme ragnatela di cuori che si sono letti senza conoscersi, saranno la mia forza.
Però adesso si va avanti. Si riprendere a sorridere e a parlare di calze a rete. Da domani.
Un bacio.
A presto. Sa
♥♥♥
Grazie di cuore a chi mi ha scritto, whazzappato, mandato mail, sms, messaggi privati, messaggi su IG stories o messaggi vocali.
Grazie a chi ha condiviso, cogliendo l’importanza del messaggio, che se è arrivato a chi doveva arrivare, donando un pochino di speranza, è solo merito vostro.
credits photo : smells like indie spirit 0 via-recollection
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato sulle novità e gli ultimi articoli
Ora si va avanti e sempre Viva la Vida, perché anche la parte più difficile ci fa essere quello che siamo e ogni ostacolo è la prova che ce la possiamo fare a trasformare il dolore in un’opportunità!