Ho conosciuto Laura Paoli titolare del brand Manini.
In realtà ho scoperto, attraverso i social, prima le sue borse di paglia, straordinari pezzi unici decorati a mano, di cui mi sono innamorata.
In seguito ho incontrato la persona e mi sono sentita anche fortunata.
La prima volta che ci siamo viste, esattamente un anno fa, Laura mi accolse con un grande sorriso e poi mi porse la mano destra, una mano piccola e morbida ma vigorosa. Ci sedemmo di fronte ad un caffè.
Le chiesi del suo brand e del perché si chiamasse Manini.
Mi guardò tra il divertito e l’incredulo e mi mostrò le sue mani.
Prima mi chiamavo Le cose di Laura. Poi mi sono decisa a mettere in piazza la mia diversità. Ho fatto il logo da sola, come i bambini, seguendo con la penna il profilo delle mie mani. Avevo bisogno di metabolizzare e mostrarmi agli altri senza veli. E’ nato il brand Manini,
Laura è nata con una grave malformazione alle mani e ai piedi; ha anche il tendine di Achille retratto, il braccio destro con l’ulna più corta del radio pertanto storto.
Non me ne ero accorta, il suo carisma e la sua vena creativa avevano avuto il front row. La sua disabilità era andata in standing.
Nei mesi seguenti il nostro rapporto di amicizia è cresciuto e la possibilità di raccontare il suo percorso lavorativo ma soprattutto la sua tenacia, il suo carisma, la sua autoironia mi è sembrato un dono davvero prezioso.
Come è stata la tua infanzia?
A 18 giorni ero già stata operata una volta. Nei primi 2 anni ho subito circa 10 interventi. Ma devo ammettere che da bambina non ho avuto molte difficoltà. Sono stata molto amata dalla mia famiglia, questo mi ha aiutato. Amata e stimolata. Ho imparato a suonare il flauto, la pianola. La chitarra no, per quella mi mancava qualche pezzo. Sorride.
Le prime vere difficoltà sono arrivate con l’adolescenza.
Immagino. Soprattutto se consideriamo che stiamo parlando di circa 35 anni fa, un periodo un momento in cui la disabilità non era vista come oggi, no?
Esatto. Non c’era Bebe Vio a ricordarci che la vita è una figata. I muri erano molto più alti, i pregiudizi più radicati. Oggi c’è, grazie al cielo, una maggiore divulgazione e un’accettazione della disabilità decisamente più concreta e sincera. Una ragazza di 20 anni senza braccia e senza gambe che ci dice che si sente fortunata è un idolo e uno stimolo. Decisamente “tanta roba”.
Come hai affrontato tutto questo?
Passo dopo passo, con fatica. Durante la mia adolescenza ho camminato sempre con le mani in tasca. Alcuni amici mi chiamavano La Monchina. Beh forse non lo erano. Amici intendo. Ma ho dovuto smaltire tutta questa situazione da sola e questo forse mi ha reso al tempo un po’ ribelle. Non mi sono drogata, non ho fatto gesti eclatanti, né cazzate. Sono stata un’indocile e recalcitrante ragazza dai valori sani. I valori della mia famiglia, che per quanto atipica, ha cercato a suo modo di sostenermi. E non ho mai mollato. A 14 anni portavo già lo scooter e guidavo la macchina con mio padre, già prima di avere la patente. Oggi che ho 50 anni devo fare più attenzione. Se un normodotato si rompe un gamba “pace”, se mi rompo io che sono tutta sciancata allora è un problema. La manutenzione del mio corpo è abbastanza impegnativa sia da un punto di vista economico che di tempo, però mi tiene in forma per ora.
Non hai mai avuto bisogno di aiuto?
Certo, ma l’ho capito da adulta. Ho iniziato un lungo percorso di supporto psicologico, ho fatto yoga, pilates, ho seguito molti seminari. Mi sono appoggiata ad una una naturopata olistica. Negli ultimi anni ho trovato un migliore equilibrio lasciando uscire la mia vena creativa attraverso il mio brand Manini. Le mie mani sono diventate protagoniste e la disabilita è diventata una risorsa.
Ho faticato tanto ma sono andata molto avanti.
Ti sei mai sentita arrabbiata?
Eccome. E qualche volta lo sono ancora. Non posso negare di avere avuto una vita difficile. Già sono partita un pochino in svantaggio, poi si sono aggiunti altri gravi eventi familiari. Voglio dire Dio o chi per Lui poteva forse risparmiarmi qualcosa. Ma nonostante tutto mi sento fortunata e sai perché? Perché mi mancano dei pezzi di vita però ho imparato a sorridere di più; non ho stereotipi, sono meno ingenua di un tempo e ho imparato ad osservare gli altri. Sono sempre stata oggetto di sguardo e osservazione. Questo succede anche oggi e io mi accorgo sempre quando le persone mi fissano. D’altro lato le nostre mani sono il nostro primo biglietto da visita. E’ inevitabile. Quando parliamo gesticoliamo. Quando ci conosciamo ci stringiamo la mano, quando andiamo in un negozio alla cassa a pagare firmiamo la ricevuta, al bar sporgiamo la mano per prendere il caffè.
Le frustazioni maggiori per me sono state quelle visive, quelle di impatto. Le mie manine non sono belle. Ma adesso metto anche il gel colorato sai? Anche i miei piedi sono bruttini e ,se anche non posso più indossare i tacchi, riesco a migliorarli indossando scarpe decorate da me con piume, pizzi o pon pon.
Non mi nascondo più.
Sembri però molto tollerante, nei confronti degli altri?
Semplicemente provo a dare un giusto peso alle cose e rido di fronte a chi si lamenta per le stupidate. Ho imparato a ridimensionare.
Sei una donna così solare!
Dici? Ci provo. Diciamo che sono donna solare in un corpo potenziamente depresso.
Scherzi a parte, mi piace stare in compagnia. Amo la mia terra ligure ( Chiavari ) ma sono sempre pronta a scappare, viaggiare, curiosare, conoscere gente nuova e sorridente, soprattutto voi Toscani. (Gongolo). E dai miei viaggi torno sempre con nuove idee e nuovi materiali.
Cosa ami di più creare?
Faccio borse di stoffa, bijoux, magliette, copricostumi, cappelli. Ma la cosa che amo di più è decorare le borse di paglia. Mi regala una libertà completa. Mi permette di usare materiali diversi e assemblarli tra loro in modo atipico; utilizzo stoffe particolari recuperate nella casa all’Elba delle zie, pizzi della nonna, articoli vintage anche di utilizzo diverso, come colorati sottobicchieri per esempio.
Mixare mi diverte, mi mette allegria e mi garantisce la possibilità di offrire alle mie clienti veri pezzi unici.
E’ evidente quanto le tue creazioni siano fatte con amore. Tutte figlie tue. Sarà difficile separarsene…
Sì, creare mi piace moltissimo. Sai che mi dimentico anche di mangiare? E’ la mia droga, il mio sollievo, il mio rifugio.
Ci tengo moltissimo a vendere le mie cose ma non per diventare ricca, ma perché ho così tante idee da realizzare che vorrei avere solo il tempo e la possibilità di svilupparne sempre di più.
Le parole di Laura mi sono risuonate nella testa per giorni. Mentre mi lamentavo perché il dentifricio era finito e mi ero dimenticata di comprarlo. O mi guardavo allo specchio innervosita perché il sole mi tira fuori le macchie e perché per dimagrire due chili devo patire la fame.
Le parole di Laura, fluite dalla sua bocca con estrema naturalezza, mi hanno ricordato che nessun momento della vita va sprecato e che i limiti troppo spesso sono solo nelle nostre teste. Godersi quello che si ha e trasformarlo in risorsa è davvero un’apprezzabile capacità. “Tanta roba”, come direbbe Laura.
“Don’t be afraid to let them show, your true colors are beautiful like a rainbow” (non preoccuparti di mostrarli, i tuoi colori veri sono belli come l’arcobaleno ). True Colors
Un bacio
A presto. Sa
♥♥♥
Dettagli
Foto di Giorgio Leone
Laura Paoli la trovate su Fb : QUI LA SUA PAGINA
Su IG la trovate come @maninipezziunici
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creazioni fantastiche, senza parole <3