La mia assenza dai social è temporanea ma ricostituente. Io che sui social ci sguazzo da anni senza bisogno di braccioli gonfiabili, ad oggi ho bisogno di prendere fiato. Con la testa a pelo d’acqua e l’animo pieno di amarezza. Non mi piace quello che vedo, quello che leggo, quello che ascolto. Non mi piace la superficialità nei giudizi, l’ignoranza dilagante. Questo sentirmi dalla parte sbagliata anche quando sono certa di essere da quella giusta. Se il terreno sotto i piedi trema, i social non sono il luogo più rassicurante. Magari il più scontato, il più prevedibile, dove ogni maschera sembra ormai caduta. Ogni citazione già citata, ogni filtro sgamato. Dove chi punta il dito ha già scagliato la prima pietra. L’ispirazione ha il sapore della marchetta e chi fa rete spesso è per pescare pesci piccoli e ingenui.
Dove nessuno è quasi mai come è davvero. Senza dubbio più bello, o strategicamente più brutto. Più intelligente o strategicamente più deficiente.
E ciò che vorremo tutti solo un po’ di normalità nel mondo virtuale e un po’ di umanità in quello reale.
In queste fasi, in cui il bisogno di trovare un nuovo posto nel mondo mi spinge da dentro, fregandosene del fatto che io non abbia più vent’anni ( neanche trenta) e che forse dovrei solo mettermi a fare la calzetta senza inutili elucubrazioni, riesco a respirare aria pura solo quando sto con loro. I miei ragazzi.
Loro che hanno una paura fottuta del futuro, di non essere all’altezza, di non trovare qualcuno là fuori che li sappia ascoltare. Fragili ma combattenti. Ancora riescono a sognare. E dal loro coraggio di cercatori di felicità io mi lascio raccogliere e poi trasportare come su una zattera di salvezza. E prendo tempo e un pizzico di speranza.
A presto.
Un bacio. Sa
Dettagli :
Grazie di cuore a @lazappi
per la sua creatività che ben si sposa con i miei pensieri. Ogni volta.
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