Non è stato facile convincerlo.
2 soli giorni a Venezia a cavallo del ponte dell’Immacolata ( che tra viaggio e ritardi allucinanti nei trasporti, sono diventati 30 misere ore), erano sembrati a Giorgio una assurda scelta masochista, a me una romantica fuga d’amore.
Ovviamente siamo partiti.
Non ero mai stata a Venezia.
Cosa? La città delle gondole, dei canali, dell’acqua alta; la città dell’arte, del cinema, dei musei. La città dell’amore!
Sì dai ho capito. Inutile insistere. Non mi sono ancora ripresa dai sensi di colpa.
Siamo scesi alla stazione di Venezia Santa Lucia, intorno all’ora del tramonto e ci siamo diretti alla fermata del traghetto linea 1. Quello che ho provato, trovandomi davanti una vista che tante volte avevo ammirato solo nelle immagini o nei film, è stato spiazzante, ai limiti delle lacrime. Mentre il traghetto solcava il Canal Grande, il mio sguardo rimbalzava tra una e l’altra riva, meravigliato di tanta magia.
La prima tappa è stata Corte di Gabriela, la bellissima boutique hotel dove abbiamo soggiornato, per lasciare i bagagli. Subito dopo, impazienti, siamo usciti alla scoperta della città, ormai già avvolta dal buio.
La nostra breve visita di Venezia è iniziata di sera. Forse nel momento più insolito, ma credo anche più suggestivo. E’ iniziata nel momento in cui i turisti si dissolvono e i veneziani riprendono il controllo della propria città. Nel momento in cui la nebbia regala agli scorci una dimensione misteriosa e camminando nelle calli, che appaiono tutte uguali nell’oscurità, senti distintamente il rumore dei tacchi sul selciato.
La seconda tappa è stata la Libreria Acqua Alta, una delle librerie più belle e bizzarre del mondo. Si trova piuttosto vicino a piazza San Marco, nella Calle Lunga Santa Maria Formosa ed è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 20. Vale davvero una visita per il suo carattere decisamente singolare . Migliaia e migliaia di libri, fumetti, riviste, volumi di ogni forma, dischi in vinile, accatastati e raccolti in modo apparentemente casuale all’interno di vecchie gondole, canoe e vasche da bagno. L’affabile proprietario Luigi Frizzi ha aperto questo luogo circa 15 anni fa riuscendo a racchiudere l’essenza della sua città in un microcosmo di libri, arredi strani e gatti. Non fatevi spaventare dall’apparente disordine, nel caso vogliate un libro, il padrone di casa saprà trovarvelo, senza l’utilizzo di archivi digitali.
La terza tappa è stata culinaria. Anzi direi dolcemente culinaria. Abbiamo fatto infatti una divertente esperienza nel vario e goloso mondo del cioccolato presso una delle Cioccolaterie più fornite di Venezia: ViziVirtù, dove Mariangela, esperta e simpaticissima cioccolataia, ci ha accolto con una degustazione di praline, fave di cioccolato e cioccolate calde. Se vi capita di andarci provate la cioccolata Goldoni, ( ricetta originali del 1750 ) realizzata senza latte né zucchero! Potrete anche esagerare senza sentivi troppo in colpa.
La quarta tappa ancora culinaria. La quinta pure, ve lo anticipo. Così mi levo il pensiero.
Ora non è che per noi visitare una città significhi soltanto lasciarci andare a istinti goderecci con le gambe sotto il tavolino, ma l’atmosfera allegra del prefestivo, la possibilità insolita di poter gironzolare senza traffico e senza meta e il freddo abbastanza pungente, ci hanno spinto a testare molte delle proposte suggeriteci da amiche e lettrici, anche via Instagram Stories. La maggior parte a carattere alcolico.
Dopo una fermata sul ponte di Rialto per ammirare la vista del Canale che toglie il fiato e i riflessi cangianti delle gondole sull’acqua, l’esplorazione della movida notturna veneziana è partita da uno dei tanti bacari nella zona di Rialto (mercato ) per assaggiare il mitico Spritz e i gustosissimi cicchetti. Perché a Venezia l’aperitivo si fa così a metà strada tra lo chic e lo street food. Un bicchiere di vino o di Spritz in una mano e una polpettina, un crostino al baccalà mantecato o del pesce fritto nell’altra.
Da questo momento in poi i dubbi di Giorgio sulla opportunità di fuggire a Venezia per 30 ore si sono dissolti.
Abbiamo continuato a girovagare tra le calle, rese ancora ancora più magiche dai luminosi addobbi natalizi. Camminando lentamente abbiamo raggiunto Piazza San Marco, bella da impazzire di giorno, straordinaria di sera, quasi deserta; sembrava brillare di luce propria con i portici, il campanile svettante e il Leone Alato.
Poi la cena alla Trattoria alla Madonna ( zona Rialto), dove tutto sembra essere rimutato immutato dal 1954, anno di apertura. Una buona cucina veneziana semplice e tradizionale, uno stuolo di camerieri in giacca bianca che rendono il servizio velocissimo. Un conto un po’ alto rispetto all’offerta, ma il 12% di servizio sicuramente ha inciso.
Finalmente il rientro in albergo.
Nel cuore di Venezia, ma in una zona tranquilla e silenziosa, Corte di Gabriela è stata senza dubbio una delle scelte migliori del nostro itinerario. La posizione centralissima ci ha permesso di muoverci bene a piedi e non sciupare troppo tempo nei trasferimenti, tra l’altro si trova anche a pochi metri dalla fermata Sant’Angelo della linea 1 del traghetto.
Un ambiente raffinato e contemporaneo, all’interno di uno stupendo palazzo ottocentesco, affacciato sui canali e un tempo dimora del Sindaco.
11 suite, curate nei minimi dettagli dall’affabile proprietario Gian Luca Lorenzet, in un connubio davvero gradevole e accogliente tra antico e moderno. Ogni camera ha la propria anima che non è ripetibile. La nostra era al piano terra, bellissima e confortevole e ci ha concesso il privilegio di addormentarci tra biancheria cifrata, lenzuola di raso e un cielo dipinto di un affresco sopra di noi.
Facile sentirsi coccolati in questa struttura, quando è addirittura il proprietario stesso a prepararti la colazione ( una late breakfast che si protrae fino alle 11.30 e ti permette di riprenderti dai bagordi della serata veneziana ).
La colazione è in effetti uno dei punti forte della Corte di Gabriela: una decina di varietà di dolci, un angolo salato, succhi artigianali e il caffè bollente e fumante della moka Bialetti esattamente come fossi a casa. Se l’appetito è consistente si possono gustare anche crepes dolci o piatti speciali preparati direttamente dal padrone di casa Gian Luca, in veste di chef.
Ovvio sottolineare che noi ne abbiamo approfittato.
Anche perché il giorno seguente ha sempre piovuto, interrottamente, dalla sveglia al momento dello sventolio del fazzoletto di addio.
Quindi ce la siamo presa comoda.
Ombrello in mano, macchina fotografica dentro lo zaino, abbiamo deciso di non portarci dietro neanche una mappa e assaporare la stupenda sensazione di camminare per i vicoli, quasi deserti a casa del maltempo; gironzolare senza una meta in una città come Venezia nella quale ogni angolo ci regala uno scorcio indimenticabile, è stato quasi terapeutico. Ponte dell’Accademia, Santa Maria del Giglio, Piazza San Marco, Ponte dei Sospiri, Arsenale. Un incontro con un’amica importante.
Poche foto e tanti ricordi solo nel cuore.
Un bacio.
a presto. Sa
♥♥♥
Smiling traveltips:
Meglio soggiornare a Venezia anziché Mestre se rimanete per un breve periodo.
Camminate sul lato destro nelle calli (anche loro hanno le loro regole di traffico)
Chiedete consiglio ai Veneziani: vi riempiranno di informazioni.
Nel dubbio: risparmiate sui ristoranti (i cicchetti sono un’ottima alternativa ) ma regalatevi un albergo di atmosfera.
Evitate i traghetti ( costano 7.50 ) a meno che non abbiate valigie molto pesanti. Se li prendete sfruttateli bene, facendo l’intero giro del Canale.
Visitate la zona della Giudecca: io non l’ho fatto, ma mi sono pentita.
Dettagli:
Foto Giorgio Leone ( gli esterni in parte sono stati scattati con iPhone 7 ).
Corte di Gabriela : Calle degli Avvocati
San Marco 3836 – 30124 Venezia
Tel. +39 041 5235077
info@cortedigabriela.com ( QUI la pagina FB ).
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