Da quando vivo un’esistenza altalenante come il pendolo di Schopenhauer non mi è difficile riconoscere l’evidente disturbo bipolare, con l’oscillazione di periodi di grassa e di magra, da cui sono affetti i miei ritmi quotidiani.
Mi sento di ringraziare l’istinto di conservazione se, anche nei momenti meno floridi, decido di ricoprirmi ugualmente di un’aurea dignitosa e rispettabile ogni volta che varco la porta di casa per avere contatti con il mondo esterno. Peccato che il momento della resa dei conti si trovi proprio dietro quella porta, probabilmente sul divano del salotto mentre guardo l’ennesima serie su Netflix indossando una tuta larga e sformata. Da qui al goffo e disperato playback sulle note di Celine Dion con tanto di pigiamone e calice di vino rosso il passo è lieve. Chi sono io, Bridget Jones?
Così è iniziato un percorso di redenzione finalizzato a un’esistenza più coerente e serena con me stessa, che ha visto il principale cambiamento rivolgersi proprio verso il mio guardaroba casalingo. Una tipologia di abbigliamento generalmente celata nell’omertà di chi sa senza mai esporsi, forse per disinteresse, forse per vergogna, forse perchè la prima cosa che farà una volta tornato a casa sarà indossare una tuta intera a forma di unicorno.
Secondo alcuni questo aspetto andrebbe curato per la sola necessità di sentirsi in ordine, altri invece – e mi inserisco in questa linea di pensiero – si sbilanciano ritenendolo un essenziale indice di amor proprio che dovrebbe diventare costante inalienabile, soprattutto se all’interno di una realtà in cui il livello di stress è inversamente proporzionale all’attenzione per la cura di se stessi.
Ecco alcuni consigli a cui approcciarsi con la stessa serietà delle regole del Fight Club.
Così come fareste con gli oggetti che vi ricordano la vostra ultima storia d’amore finita male, sbarazzatevi di felpe sformate, maglioni infeltriti e pantaloni macchiati quella volta in cui vi siete tinte la ricrescita a casa. Non meritano la vostra attenzione, nè una seconda possibilità: per questo non dovrete avere troppi ripensamenti quando prenderete il sacco della spazzatura per gettarli nel cassonetto sotto casa.
Dalla scelta degli abiti ai colori, lo stile casalingo esige un’estrema semplicità e immediatezza, coerente quanto più possibile allo stile che siete abituate a indossare tutti i giorni. Via libera quindi ad abiti, gonne e maxidress per le più romantiche, a patto che risultino confortevoli e poco impegnativi : siete pur sempre a casa vostra e non in un episodio di Sex and the city. Adorabili le gonne lunghe a coste e i vestiti maglia in cotone proposti da Asos nella sezione “abbigliamento da casa”, che fa felici anche le più sportive suggerendo joggers e leggings da abbinare a cardigan lunghi, felpe in stile crop o pullover oversize. I colori, preferibilmente neutri, suggeriscono combinazioni sui toni del nero, grigio antracite e beige, nonché blu navy, verde militare e rosa cipria che consentono estrema facilità negli abbinamenti. Ciò non significa che dobbiate rinunciare alle nuance più sgargianti, purchè siano sapientemente portate: Mark Darcy potrebbe bussare alla porta da un momento all’altro.
Trend2Wear– Shein–Zara Home–Vogue.Ru – @jamesmichelle(IG)
Considero il pigiama uno dei principali motivi per vivere la domenica mattina in tutta tranquillità, leggendo il solito giornale davanti a cornetto e cappuccino. Una volta rinnegata l’aspirante mascotte che vive in voi, spesso indotta all’acquisto di improbabili tute intere dotate di orecchie e coda, provate a non innamorarvi dei pigiami lunghi e corti dal taglio maschile proposti in ogni tipo di tessuto e variante dai più famosi marchi di intimo e nightwear. I miei preferiti, quelli tinta unita della nuova collezione silk di Intimissimi, quelli in jersey di The White Company e, per rimanere sull’economico, i modelli in cotone suggeriti da H&M.
Camilllapihl – Oysho – HM – Privspoonsclub
Tutti amiamo e usiamo quotidianamente babbucce e pantofole, specie quando la stagione non invita a rinunciarci con molta spensieratezza: ciò non significa che debbiate indossare Homer Simpson ai piedi. Oysho e Zara Home, per fortuna, danno l’imbarazzo della scelta tra sabot in feltro e ricamate, pantofole con fiocchi e pompon marabù in punta, sandali bassi a incrocio e mocassini con il pelo.
Zara Home – Oysho @NonnyUzo – Bodenusa
Spesso tralasciata, sebbene rilevante tanto quanto la scelta dell’abito è quella del tessuto. Da preferire a quelli che chiamano il sudore a gran voce, come il raso e gli altri sintetici: cotone, lana (non troppo spessa), lino e jersey (che non necessita stiratura).
Un bacio.
A presto,
Martina
Cara Martina, questo post potrei averlo scritto io. Adesso. Non 25 anni fa. Quindi i miei complimenti per questa saggia consapevolezza prematura. Diciamo che da giovincella in realtà il mio abbigliamento casalingo era davvero poco curato. Adesso ci faccio più attenzione, per quanto ancora abbia difficoltà a rinunciare ai miei pigiamoni morbidi ad orsetto, grazie al cielo senza orecchie e coda.
Un abbraccio
Sa
♥♥♥
Dettagli articolo:
Foto di copertina : Prima
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato sulle novità e gli ultimi articoli
Anche a me capita di passare questo periodo. Molto bello il pigiama.
Anche a me capita di passare questo periodo. Molto bello il pigiama.