Oggi a scuola ho visto piangere 4 ragazze.
Una ragazza ha pianto di delusione per un’ultima interrogazione di matematica andata non troppo bene, un’altra ragazza ha pianto di gioia per un ultimo compito andato bene.
Una terza ha pianto per una crisi d’ansia e l’ultima perché era arrabbiata a causa di un furto subìto di 50 euro.
A noi prof un corso ce lo dovrebbero fare però. O comunque insieme alla laurea e alla nostra bella abilitazione all’insegnamento, ci dovrebbero consegnare un manuale, un libricino di supporto che ci dica come fare per evitare di assorbire tutto quello che ci circonda, come spugne emotive.
Perché qualche volta è difficile gestire le ansie di questi ragazzi. Le loro fragilità sembrano trasmettersi per osmosi e si vacilla. Qualche volta le nostre spalle non sono abbastanza larghe o forse solo un po’ più stanche.
Si diventa impermeabili con il tempo. Macché.
E nessuno mai ci ha detto come fare, che cosa dire quando l’emozione ci chiude la gola. Quando l’unico gesto spontaneo che ci parte dalla pancia sarebbe quello di abbracciare le loro paure o le loro gioie e piangere con loro.
Difficile e necessario in questi casi rifugiarsi nel proprio ruolo, fornendo loro così un punto di appiglio saldo, ancorato al terreno, che li aiuti a riprendere il controllo.
E ogni giorno ci sentiamo più deboli.
Forse ho solo bisogno di un po’ di riposo.
un bacio
A presto. Sa
♥♥♥
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Quanto e’vero..nessuno ci ha mi detto come fare, ma quello che so e’che il nostro e’il piu’bel lavoro del mondo..un bacio da prof a prof..
Lo è- Grazie di cuore per le tue parole! un abbraccio